Arte a palazzo
Premio internazionale di pittura, scultura e fotografia - mostra collettiva
(Bologna, Galleria Farini - Marzo 2016)
Il misticismo, derivante da, ossia “appartenente ai misteri, è un approccio filosofico che abitualmente ha a che fare con l'arte, in particolar modo, nel mondo orientale, Ma non solo. Il legame tra il mistero dell'universo, delle divinità, oltre ad avere radici ataviche, ha seguito lo sviluppo della vita umana, in maniera parallela alla religiosità oggi giorno intesa. L'arte, pertanto, legata ad un sapere - o al non sapere - mistico, ha caratterizzato le culture centro e suamericane, africane e nordeuropee. Tuttavia, ad oggi, e in particolar modo nelle società dell'Asia centrale che tale rapporto continua ad avere un ruolo privilegiato, legandosi a doppio filo con le filosofie appartenenti ai popoli di quell'area continentale. tale cenno, solo per introdurre l'artista, Giovanni Mauro Prandi che giunge in galleria Farini Concept, in occasione di Arte a Palazzo - Premio Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia, con due opere intitolate Portale e Namaste. Sin dalla prima occhiata, l’osservatore si renderà conto di trovarsi di fronte a due quadri particolari, inusuali, in cui il richiamo alle concezioni orientali è molto forte, non tanto nelle forme o nella scelta della cromia, quanto, piuttosto, per la base concettuale che funge da percorso per la creazione di queste opere. Prandi, cuneese, si è affermato negli anni Settanta come artista, poi, per circa trent’anni non ha più dipinto, sino agli inizi degli anni Duemila, quando ha deciso di tornare alla sua passione. Naturalmente, la creatività si è sviluppata conscia di un lungo vissuto esperito, che ha riversato nel linguaggio creativo, nuova linfa e nuove idee. Un concettualismo caratterizzato dal notevole uso di simbolismi, di nuove tecniche – ha abbandonato l’olio su tela per passare all’acrilico su legno. Tuttavia, nonostante Prandi abbia ripreso a dipingere nel 2001, è rimasto in disparte, in questi anni, senza partecipare a mostre o concorsi. Decide ora di avventurarsi nuovamente in questo mondo e riprendendo così a farsi conoscere da un nuovo pubblico e farsi ritrovare da chi lo aveva conosciuto negli anni ’70.
Le due opere qui presentate, sono figurazioni che giocano con il rimando simbolico e concettuale, legato all’idea di emblema, dietro al quale si cela un complesso sistema di codificazione, solitamente condiviso e comprensibile attraverso l’uso di un’immagine, i un segno, o di un termine. Il rapporto tra significato e significante, si trasforma così in ragionata interpretazione. Una delle due tavole di Prandi si intitola, paradigmaticamente Namaste, derivante dalla lingua indiana e che, sostanzialmente è un saluto, un buon augurio. L’opera è conchiusa nella raffigurazione di un simbolo, da cui deriva una grande misticità. Semioticamente, è basata su una composizione figurativa lineare, tendenzialmente astratta e geometrica, che ricorda, impercettibilmente, in alcuni segni, la figura del Nautilus e il suo parallelo con l’infinito. Allo stesso modo, l’altro dipinto, Portale, reca in sé la stessa matrice simbolica, lo stesso linguaggio semiotico e la costruzione spaziale attuata secondo la medesima gestione dello spazio. In questo caso, tuttavia, i soggetti sono più riconoscibili – le mani, ad esempio – e il concetto di comunione tra le parti, appare maggiormente specificato. Le opere di Prandi, come queste, sono poi collegate ad un sistema elettrico che permette all’artista di installarvi delle luci che offrono un focus all’interno della messa in scena e di guidare l’interpretazione prendendo avvio o giungendo ad un punctum che diviene il nodo dell’intero dipinto. Le opere sono caratterizzate da una palette cromatica declinata nei toni dell’oro, del nero, del bianco e dell’azzurro, il segno pittorico è molto più simile al tratto grafico, per la precisione, la puntigliosità e ricorda la lavorazione dei mandala indiani. Il cerchio – simbolo infinito e di occhio divino onniveggente – torna quale cifra della produzione di Prandi e accompagna la sua poetica.
Il fruitore, anche se ignaro, dovrà lasciarsi ispirare e guidare, attraverso quelle che appaiono come visioni dell’artista e prenderne parte, in maniera libera, scevra da sovrastrutture incatenanti.